…. “ chi m’ha
purtato a fa a Posillipo si poi nu me vo bene?” ovvero, "...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo
se non mi vuoi più bene?" chissà in quanti ancora ricordano
questa frase all’interno di un film di Renzo Arbore e Luciano De Crescenzo e la
partecipazione di Andy Luotto e Roberto Benigni, quest’ultimo agli albori del
suo successo, oltre ad un nutrito numero di attori e personaggi vari. Parliamo
di FFSS, un film di scarso successo ma che in qualche modo resiste nei ricordi
per il significato, in parte farsesco, che tale pellicola assunse nel tempo. Ma
perché parliamo di questa frase? Perché Posillipo, nota zona del napoletano,
rappresenta in qualche modo l’emblema dell’abitudine degli italiani di fare
sesso in auto, al punto che, in un altro stavolta più celebre film anch’esso
degli anni 80 o giù di lì, ci riferiamo a “Così parlò Bellavista” di Luciano De
Crescenzo, consumare un amplesso in auto, proprio a Posillipo, era una
tradizione che si tramandava forse fin dall’avvento di massa dell’automobile,
condita in questo caso, dall’arte di arrangiarsi tutta partenopea, che
prevedeva a Posillipo, l’uso di aree “attrezzate” con tanto di venditori di
giornali pronti a tappezzare l’auto e garantire intimità alle coppiette di
turno. Ma che ne è stato di Posillipo e dell’abitudine degli italiani di
rintanarsi in auto per fare sesso, oggi, a distanza di 30 anni dal film dell’arguto
De Crescenzo?
A cosa sarà dovuto questo ritorno alle origini? Alla
inveterata nostalgica tendenza degli italiani di guardare al passato come il
periodo più bello dell’intera esistenza, o c’è qualcos’altro che spiega tale
riflusso storico? Cosa spinge i nostri connazionali ad abbandonarsi ai piaceri
dell “ammmore”, per dirla alla napoletana e soprattutto della carne, rischiando
anche la reclusione fino a tre anni, se non provvedono a rendere invisibile
agli sguardi indiscreti l’accavallarsi dei corpi ignudi fra sedili, volante e
cambio marce dell’auto mediante appositi giornali da apporre ai finestrini (lo
prevede una Sentenza della Corte di Cassazione da recente emanata), all’interno
della propria auto? La nostalgia degli anni che furono, raccontata dai padri
col rimpianto di quelle prestazioni, non dell’auto ma di chi la guidava, in un’epoca
in cui o ci sapevi fare o rischiavi di andare in bianco…. non potendo confidare
sulle note doti del Viagra? o dietro il ritorno a Posillipo dobbiamo leggere
qualcosa di più pragmatico?
Ma interessante
è la disamina che Lino, un trentenne intervistato dall’Indipendent, fa del
sesso in auto, quando dice, «Per me la macchina ha sempre avuto un fascino speciale. E’ uno spazio di
appena cinque metri dove può capitare di tutto». Alla giornalista che gli fa
notare come rispetto agli anni ottanta le abitudini dei giovani siano rimaste
le stesse, Lino risponde: «I tempi sono cambiati. Ora si possono reclinare
completamente i sedili dell’auto. Tuttavia – conclude il trentenne- la leva del
cambio continua a dare fastidio».
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