lunedì 30 gennaio 2012

Sesso in auto: fino a tre anni di galera, eppure la smania torna in auge


…. “ chi m’ha purtato a fa a Posillipo si poi nu me vo bene?” ovvero, "...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?" chissà in quanti ancora ricordano questa frase all’interno di un film di Renzo Arbore e Luciano De Crescenzo e la partecipazione di Andy Luotto e Roberto Benigni, quest’ultimo agli albori del suo successo, oltre ad un nutrito numero di attori e personaggi vari. Parliamo di FFSS, un film di scarso successo ma che in qualche modo resiste nei ricordi per il significato, in parte farsesco, che tale pellicola assunse nel tempo. Ma perché parliamo di questa frase? Perché Posillipo, nota zona del napoletano, rappresenta in qualche modo l’emblema dell’abitudine degli italiani di fare sesso in auto, al punto che, in un altro stavolta più celebre film anch’esso degli anni 80 o giù di lì, ci riferiamo a “Così parlò Bellavista” di Luciano De Crescenzo, consumare un amplesso in auto, proprio a Posillipo, era una tradizione che si tramandava forse fin dall’avvento di massa dell’automobile, condita in questo caso, dall’arte di arrangiarsi tutta partenopea, che prevedeva a Posillipo, l’uso di aree “attrezzate” con tanto di venditori di giornali pronti a tappezzare l’auto e garantire intimità alle coppiette di turno. Ma che ne è stato di Posillipo e dell’abitudine degli italiani di rintanarsi in auto per fare sesso, oggi, a distanza di 30 anni dal film dell’arguto De Crescenzo?

Secondo la nota testata giornalistica Indipendent di Londra, che ha voluto sbirciare dal “buco della serratura” le abitudini italiane, dopo un periodo in cui pareva che la pratica di rifugiarsi in aree in qualche modo all’uopo predisposte sul modello di Posillipo, ricordiamo che ogni città italiana ne possiede più di una, fosse tramontata. La consuetudine di fare l’amore in auto è tornata in auge e l’alcova a quattro ruote, sia di proprietà dello “stallone” di turno o del padre, a sua volta probabile “stallone” del passato anch’egli, è sempre più gettonata.
A cosa sarà dovuto questo ritorno alle origini? Alla inveterata nostalgica tendenza degli italiani di guardare al passato come il periodo più bello dell’intera esistenza, o c’è qualcos’altro che spiega tale riflusso storico? Cosa spinge i nostri connazionali ad abbandonarsi ai piaceri dell “ammmore”, per dirla alla napoletana e soprattutto della carne, rischiando anche la reclusione fino a tre anni, se non provvedono a rendere invisibile agli sguardi indiscreti l’accavallarsi dei corpi ignudi fra sedili, volante e cambio marce dell’auto mediante appositi giornali da apporre ai finestrini (lo prevede una Sentenza della Corte di Cassazione da recente emanata), all’interno della propria auto? La nostalgia degli anni che furono, raccontata dai padri col rimpianto di quelle prestazioni, non dell’auto ma di chi la guidava, in un’epoca in cui o ci sapevi fare o rischiavi di andare in bianco…. non potendo confidare sulle note doti del Viagra? o dietro il ritorno a Posillipo dobbiamo leggere qualcosa di più pragmatico?
Sicuramente a magnificare le gesta del maschio italiano all’interno dell’abitacolo dell’auto più che il romanticismo è l’incertezza economica degli abitanti del bel Paese che non possono più tanto confidare sulle seconde case dei genitori, molti dei quali le hanno già vendute per far fronte alle ristrettezze quotidiane. Così come sempre più improponibile è per le giovani coppie ricorrere a talami più comodi all’interno di quattro mura di cemento anzicchè di lamiere metallescenti. Di certo c’è che i decenni trascorsi, tanti cambiamenti li hanno portati. I maschi che un tempo finivano con le loro auto nei parcheggi dell’amore, inscenando una commedia all’italiana, volta a giustificare la casualità del luogo ove erano approdati, oggi hanno le idee più chiare e, grazie all’emancipazione di cui godono, raggiungono, con la complicità della ragazza, il luogo volutamente e quanto prima possibile, pur di  dar sfogo ai propri ardori.
 Ma interessante è la disamina che Lino, un trentenne intervistato dall’Indipendent, fa del sesso in auto, quando dice, «Per me la macchina ha sempre avuto un fascino speciale. E’ uno spazio di appena cinque metri dove può capitare di tutto». Alla giornalista che gli fa notare come rispetto agli anni ottanta le abitudini dei giovani siano rimaste le stesse, Lino risponde: «I tempi sono cambiati. Ora si possono reclinare completamente i sedili dell’auto. Tuttavia – conclude il trentenne- la leva del cambio continua a dare fastidio».

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