E’ un grosso problema, parliamo del colpo di sonno che
colpisce automobilisti e conducenti di veicoli
commerciali, camion, autobus e quant’altro allo stesso modo. La novità
è che quando arriva il colpo di sonno nulla si può fare se non fermarsi prima
del suo sopraggiungere e schiacciare il classico sonnellino. Illusi quelli che
pensano che bere un caffè rianimi, non è per nulla
scientificamente provato ed il pericolo è in agguato, oltretutto adesso c’è
pure una recente Sentenza della Cassazione che fa luce su
alcuni aspetti afferenti il colpo di sonno, ma andiamo per ordine.
Perché, con Sentenza n. 19170 del 18 maggio, si è inquadrata la
stanchezza, riferibile nel caso di specie a quella situazione che precede il
pericoloso “colpo di sonno”, nel concetto di“malessere” che giustifica la sosta
sulla corsia di emergenza ai sensi dell’articolo 157 Codice della strada, comma
1, lett. d). In particolare, gli ermellini hanno rilevato che nella fattispecie
non si doveva procedere per omicidio colposo perché “il fatto non sussiste”,
nei confronti di un automobilista che a causa della stanchezza si
era accostato in autostrada nella piazzola di sosta, divenendo così l’ostacolo
contro cui era andata a sbattere un’autovettura in seguito all’esplosione di
uno pneumatico. Secondo i giudici del Palazzaccio, infatti, “il termine
malessere non può esaurirsi nella nozione di infermità incidente sulla capacità
intellettiva e volitiva del soggetto come prevista dall’articolo 88 del Codice
penale, o nell’ipotesi di caso fortuito di cui all’articolo45 Codice penale,
bensì nel lato concetto di disagio e finanche di incoercibile esigenza fisica
anche transitoria che non consente di proseguire la guida con il dovuto livello
di attenzione, e quindi in esso deve necessariamente ricomprendersi la
stanchezza e il torpore che sono premonitori di un colpo di sonno ed impongono
al soggetto di interrompere la guida”.
Fonte: Avv. Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento
Tematico Nazionale“Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore
dello“Sportello dei Diritti”.
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