Immatricolare un’auto in un altro paese europeo non è semplice, nonostante
da oltre 20 anni l’Unione Europea stia cercando di creare un mercato unico in
cui persone, beni e servizi possano circolare liberamente. La maggior parte dei
cittadini che hanno risposto ad una consultazione pubblica sul tema hanno
lamentato procedure troppo lunghe e spese supplementari. Una proposta
della Commissione Europea semplifica le cose.
Oltre la metà delle imprese che hanno partecipato alla
consultazione hanno dichiarato di rinunciare a trasferire autoveicoli da
uno Stato membro all’altro e il 23,7% dei cittadini, a conti fatti, non
è riuscito ad immatricolare il veicolo nello Stato membro interessato.
In generale ci si scontra con normative differenti e requisiti a volte
contraddittori, oltre che spese aggiuntive.
Eppure ogni anno i cittadini e le imprese dell’UE trasferiscono
circa 3,5 milioni di veicoli in un altro Stato membro. Procedure più
semplici porterebbero un risparmio di almeno 1.445 milioni di euro
all’anno per imprese, cittadini e autorità di immatricolazione.
E’ per questo che la
Commissione europea propone di ridurre drasticamente
il peso ingiustificato di queste procedure amministrative. La
proposta, presentata oggi dal Vicepresidente della Commissione Europea Antonio
Tajani, introduce il principio che i veicoli vanno immatricolati nel paese
dell’UE in cui vive il proprietario. Gli altri Stati membri, quindi,
non possono imporre una reimmatricolazione anche se il proprietario del veicolo
vi trascorre lunghi periodi. Questo porta benefici soprattutto a chi, per
studio o per lavoro, trascorre parte dell’anno in un altro paese europeo;
attualmente viene spesso richiesta loro una nuova immatricolazione del veicolo.
Inoltre in caso di cambio di residenza o di acquisto di un’auto di
seconda mano vengono notevolmente semplificate le formalità amministrative
per la reimmatricolazione di automobili, furgoni, autobus e camion. Per
comprare o vendere veicoli usati in un altro paese dell’UE i cittadini non
dovranno più far fronte a controlli tecnici aggiuntivi. Chi lavora in un altro
paese dell’UE e guida un veicolo immatricolato dal datore di lavoro non sarà
più tenuto a immatricolarlo nel proprio paese d’origine. Per le imprese varrà
lo stesso principio: automobili, autobus, furgoni e autocarri dovranno essere
immatricolati nel paese in cui la società ha la sede principale.
Diventa poi impossibile immatricolare in un altro paese dell’UE i veicoli
rubati, grazie ad una maggiore cooperazione tra le autorità. Infine, le
società di autonoleggio potranno trasferire i veicoli da un paese dell’UE a un
altro per aumentare la disponibilità durante le stagioni turistiche senza
reimmatricolazione. Questa è una buona notizia anche per i turisti
poiché si prevede un calo dei costi di noleggio dei veicoli.
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