venerdì 13 luglio 2012

Crisi dell'auto: anche Mitsubishi lascia l'Europa



L’Europa si priva di uno stabilimento importante di origine giapponese, la Mitsubishi Motors che deteneva un importante presidio in Olanda capace negli anni buoni di sfornare qualcosa come 250 mila vetture all’anno, passate in due anni a 40 mila, un volume non più sufficiente per tenere in piedi l’unità produttiva europea e far propendere il marchio nipponico a spostare la produzione nei mercati emergenti quali la Thailandia, la Cina ed il Brasile.

La nota stonata, almeno per come siamo abituati noi europei, è che lo stabilimento viene ceduto ad un solo euro all’unico acquirente in grado di rilevarlo, con la clausola che il nuovo compratore si accolli i 1.500 dipendenti che costituivano l’organico della Mitsubishi in terra olandese. Tale decisione è costata all’azienda quasi 300 milioni di euro ma si è preferito non far perdere il posto alle maestranze. Con un occhio un po’ critico si potrebbe osservare in tale decisione un modo come un altro di evitare il fallimento, ma prendiamo la notizia dal lato buono, ovvero, che l’azienda abbia voluto agire nella direzione più umanitaria possibile, quella che tutela il posto ai lavoratori. La nuova proprietà invece sarà rappresentata dalla VDL Group, un’azienda che produce autobus e auto di piccola cilindrata forse prodotte da Bmw.

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