Sindrome delle apnee nel sonno: fra i sintomi ci sono
frequenti episodi di blocco della respirazione durante il sonno, cefalea,
sonnolenza diurna, ridotta capacità di memoria e concentrazione. Si stima che
ne soffrano 1 milione 600 mila italiani, ma solo il 10% lo sa e si cura
adeguatamente. E ne soffrono in percentuali elevate, fino al 20%, gli
autotrasportatori. A centrare l'attenzione su questa patologia e sulle
ripercussione che può avere per chi ne soffre e si mette alla guida è un
convegno organizzato dall'Automobile Club d'Italia e dalla Federazione Italiana
contro le Malattie Polmonari Sociali e la Tubercolosi sul
tema"Disturbi respiratori ed incidenti stradali: le apnee nel sonno.
Situazione attuale e prospettive future".
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Immaginate di svegliarvi, quasi ogni mattina, con un
cerchio alla testa, con una larvata sonnolenza che però diviene più marcata al
passare delle ore. Immaginate di aprire gli occhi al risveglio con una latente
difficoltà di concentrazione e di memoria. Sicuramente avrete addebitato l’evento al pasto pantagruelico
della sera prima, oppure alle abbondanti bevute dei giorni precedenti. Insomma,
le cause potrebbero essere tante, ma se il disturbo persiste e si fa nel tempo
sempre più marcato, il motivo di questo stato di cose è uno solo e converrà porvi rimedio, visto che
in ballo potrebbe esserci la vostra e l’altrui vita!
Stiamo infatti parlando della sindrome da apnea nel
sonno. Sembra banale detta così, ma chi vi soffre, nel sonno si “dimentica” di respirare per più
di qualche istante e lo fa spesso e ripetutamente. Tale circostanza non è solo
causa dei disturbi di cui sopra, ma motivo di problemi alla circolazione sanguigna, al cuore,
alla pressione arteriosa e non solo. Ci riferiamo ad un disturbo che coinvolge
qualcosa come un milione e 600 mila italiani, un numero di persone tutt’altro che
trascurabile. Ma il problema è anche un altro. Solo 160 mila italiani circa è a
conoscenza del disturbo di cui soffre e di peggio c’è che almeno 300 mila
italiani affetti dal problema sono autotrasportatori che per l’attività svolta
dovrebbero essere sempre pronti e svegli ed invece…. Proprio per tale sindrome, o per lo meno, complice
tale stato patologico, il numero dei morti sulle strade aumenta ogni anno,
tant’è che secondo le ultime stime almeno 800 morti sarebbero attribuibili a
distrazione e scarsa concentrazione, guarda caso, proprio i sintomi della apnea
nel sonno (OSAS).
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Una sindrome dunque insidiosa che colpisce quattro
uomini su cento e due donne nella stessa percentuale e se si guarda agli
autotrasportatori ed al loro ritmo di vita ben diverso da tutti gli altri
lavoratori, scopriamo che all’interno della categoria la percentuale si eleva
al 20%. E se dunque secondo una recente stima stilata dall’ACI, gli
automobilisti che soffrono della sindrome incorrono in incidenti della strada
sette volte di più, rispetto a coloro che non vanno incontro al problema,
figurarsi cosa accade a chi guida mezzi pesanti. Scrive l'Aci:
"Oltre ad influire negativamente sui livelli di attenzione, la malattia
allunga i tempi di reazione: a 130
km/h i conducenti affetti da OSAS percorrono 22 metri in più rispetto
agli altri prima di frenare o impostare una manovra correttiva; a 40 km/h la differenza è di 9 metri".
A livello europeo, ci sono differenze normative
sull'incidenza di tale patologia nell'idoneità alla guida. In 10 Paesi (Belgio,
Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Regno Unito, Spagna, Svezia e
Ungheria) la sindrome delle apnee nel sonno e altre sintomatologie respiratorie
sono citate nella valutazione dell'idoneità alla guida. In Italia manca ancora
una norma che disciplini il rilascio e il rinnovo della patente agli affetti di
OSAS, soprattutto per gli autisti professionisti, e non c'è l'obbligo di
segnalare tali patologie a un'autorità competente. La legge non chiarisce
nemmeno il corretto comportamento degli operatori sanitari.
"Le differenze normative anche sulle patologie invalidanti
per la guida - ha dichiarato il presidente dell'ACI Enrico Gelpi - dimostrano
come in Europa si circoli liberamente ma con regole troppo diverse che generano
pericolo sulla rete stradale e squilibrio nel tessuto sociale. Come più volte
ribadito dall'ACI, un Codice della Strada europeo risolverebbe il problema
fornendo lo stesso sistema di riferimento e di comportamento ai conducenti e
alle autorità competenti". La Federazione contro le malattie polmonari
suggerisce una serie di problemi da sciogliere: la salvaguardia della privacy,
la definizione di un protocollo di comportamento per il personale medico e il
coinvolgimento del Parlamento Europeo e della Commissione Europea per
l'emanazione di una direttiva per una regolamentazione uniforme in Europa.
Fonte: Help Consumatori
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