Vi è mai capitato di ricevere una multa dopo 90 giorni dall’infrazione? Qual
è la giusta procedura da seguire in casi come questi? Ha provato a fare il
punto Altroconsumo spiegando che è possibile fare ricorso direttamente al
Prefetto.
Il ricorso è gratuito e va presentato entro 60 giorni dalla notifica
del verbale, in carta semplice, a mano o tramite raccomandata a/r al comando di
polizia municipale o in prefettura. Il chiarimento, secondo l’Associazione, è necessario
se si prende ad esempio il caso del Comune di Milano dove a causa dell’elevato
numero di violazioni rilevate, il Comune in molti casi invia la multa oltre il
termine dei 90 giorni previsti dal codice della Strada. Contrariamente a quanto
previsto dalla normativa, infatti, il Comune ha deciso di calcolare il termine
dal giorno in cui la foto viene visionata dai funzionari, anziché dal giorno
dell’accertamento fotografico. Così, se l’incaricato di individuare targa e
proprietario ha preso in mano la foto dopo 60 giorni dall’infrazione, i 90
giorni sono stati fatti scattare da questo momento.
Sostenere, come sta facendo il Comune di Milano, che i 90 giorni
decorrono da una data successiva a quella della violazione, è illegittimo–
fa sapere Altroconumo – Anche perché, se così fosse, non si capisce a cosa
serva il termine dei 90 giorni previsti dalla legge, che a questo punto sarebbe
completamente nelle mani della pubblica amministrazione. Si tratta di una grave
scorrettezza nei confronti dei cittadini, perché in tanti pagheranno convinti
che non ci sia niente di irregolare. L’unica eccezione è in quei casi in cui
siano necessari ulteriori accertamenti per individuare il proprietario (per
esempio se l’auto è intestata a una società di leasing, è stata venduta o il
proprietario ha cambiato residenza): solo in questo caso i 90 giorni decorrono
dall’accertamento, ma si tratta di casi eccezionali.
Art. redatto da Help Consumatori
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