venerdì 2 dicembre 2011

Fiat: così Sergio Marchionne potrebbe decidere di andarsene dall'Italia








Potrebbero essere tre anni, da qui al prossimo 2014, di carestia per il settore auto in Italia, funestati come siamo dalla recessione e dalla crisi economica. Questo si riflette e rifletterà sul marchio dell’automobile italiana e, dunque, su Fiat con una ricaduta tanto pesante da rischiare di perdere il marchio in Italia definitivamente.

Conti alla mano significa ciò che, stante la situazione di Fiat che, a quanto pare, pareggia i conti solo in Brasile e in America, mentre in Italia è una debacle, nonostante gli auspici di Marchionne, il risultato è che potrebbe profilarsi un futuro nero per noi anche in quest’ambito con l’uscita di scena della Casa torinese dal suolo italiano.

Di fronte a situazioni contingenti, laddove la Fiat non rischiasse davvero di  uscire di scena dall’Italia, potremmo assistere ad uno stop di quegli investimenti promessi da Sergio
Marchionne, se si pensa che attualmente dagli iniziali 20 miliardi di euro previsti resterebbero sul piatto 15 miliardi e una diminuzione tanto drastica di capitali investiti significa minori possibilità di competere con concorrenti importanti quali ad esempio Volkswagen e non solo, dall’altro lato, ovvero da quello di Chrysler,


Fiat potrebbe cominciare a dover fare sempre più i conti con la concorrenza delle auto giapponesi e, dunque, non essere in grado di contrastarla efficacemente.

Insomma, i piani industriali che Fiat aveva preventivato potrebbero in parte essere messi in forse, al punto che a parte il Brasile dove il Lingotto continua a fare affari, sia pure ridotti rispetto al passato, resta da chiedersi se di fronte all’impietoso quadro tratteggiato da Morgan Stanley che continua a declassare il titolo Fiat aggiungendo continuamente segni meno, non siamo veramente al collasso dell’azienda almeno per quanto concerne Fabbrica Italia.

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