La scienza lo sta sostenendo da un po', quanto poi sia applicabile e, sopratutto, attendibile nella pratica questa nuova acquisizione se estrapolata dal contesto generale che la riguarda, è tutto da vedere. Tuttavia, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology a cura di Martin Weilenmann e colleghi dell’EMPA (i Laboratori svizzeri di scienza e tecnologia dei materiali), l'aria condizionata in auto fa consumare molto di più, quasi il 30% in più, se consideriamo i Paesi più caldi, fino al 5% in più in quelli più freddi. Ma non è tutto.
Per ridurre tali aumenti del consumo di carburante basterebbe poco, ovvero, basterebbe spegnere l'impianto quando arriva a 18 gradi C. I ricercatori hanno infatti stabilito che con questa temperatura esterna all’intero dell’abitacolo si ottengono temperature (intorno alla testa del guidatore) di circa 23°C che gli esperti considerano quella che viene percepita come ottimale dagli individui. In questo modo si otterebbe un risparmio di energia rispetto a quella sprecata di due terzi. Interessante è il fatto che per la prima volta si è fatto riferimento ad uno studio europeo e non americano dove il parco auto circolante si avvale di modelli più grandi e relativi più grandi motori.
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