giovedì 10 marzo 2011

Salone di Ginevra: così Fiat vo fa l'americana!





Il Salone di Ginevra, da sempre ritenuto una kermesse automobilistica del tutto neutra, perché scollegata dai campanilismi dei marchi che si respirano negli altri Saloni espositivi, Bologna per Fiat, Detroit per i marchi yankee, Francoforte per le tedesche, Parigi per le francesi, offre la particolarità di escludere che ogni marchio possa dirsi di sentirsi a casa propria.

Per quanto ci riguarda,
la possibilità che il
Gruppo Fiat abbia scelto tale vetrina espositiva ci tranquillizza non poco, il rischio era quello di vedere tanto “ben di Dio” allo scorso Salone di Detroit e allora si che avremmo detto che Fiat era stata del tutto fagocitata da Chrysler. Tuttavia, l’esposizione di vetture come la Fiat Freemont, il Suv che la Casa torinese s’è portata a Ginevra, il video che rilancia del tutto l’immagine di Ypsilon, la Lancia Thema e Flavia  presentate in Svizzera, qualche sospetto che Sergio Marchionne si sia fatto prendere un po’ la mano daql marchio statunitense serpeggia sempre di più fra i presenti.





Inizialmente si diceva che Fiat andava in soccorso a Chrysler sull’orlo del baratro apportando il proprio bagaglio di conoscenze tecnologiche soprattutto per i piccoli motori e ricavando nuovi mercati. Ma di fronte ad un’auto come la Lancia Thema e Flavia e il nuovo Suv Freemont, per altro pure con un nome americano, il sospetto è che è Fiat ad essere stata fagocitata da Chrysler e non il contrario. Anche perché, parliamoci chiaro, quante Fiat 500, quante Punto riusciremo a vendere in America? Per non parlare, infine, che con la scusa che dobbiamo insediare la concorrenza tedesca, stiamo presentandoci al mondo con una pletora di modelli di grossa cilindrata riconoscibili come Fiat solo dallo scudetto sulla calandra. Ma si può immaginare che Lancia Thema abbia una sua individualità così disgiunta da Chrysler 300 C? assolutamente no.

Certo si dirà, visto il tonfo determinato da ammiraglie come Lancia Thesis e Alfa 166, tanto vale… ma è una buona ragione questa? Ovvero, è pensabile che dobbiamo immolare il nostro stile, la nostra personalissima eleganza ascrivibile al nostro migliore made in Italy, per andare appresso alla concorrenza tedesca? Altra cosa, visto che dobbiamo fare concorrenza alle tedesche Audi, Bmw e Mercedes, possiamo mai pensare di ostacolare il passo alle tre big del panorama automobilistico internazionale, che mantengono una loro solida individualità fatta di forme, design e contenuti con cloni di un’industria automobilistica che, baratro a parte, si è affermata solo entro i propri confini? Insomma, se la Lancia Thema, per citare solo questa, è del tutto identica alla Chrysler 300 C, scudetto sulla calandra a parte, come mai non è riuscita l’originale a spiazzare Audi, Mercedes e Bmw e tale opera potrà compierla solo la copia di quella vettura, leggi Thema?











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