Strano destino quello dei Suv, passati dalla sgradevole icona di un
consumismo becero che stigmatizzava per intero l’inutilità di vetture nate da
esigenze del tutto diverse da quelle che le avrebbero portate anche all’interno
delle città, a vetture che da un po’ di tempo la gente ha cominciato ad amare.
Così, gli ingombranti, inquinanti e “inutili” Suv, un tempo caratterizzati da consumi di carburante
realmente eccessivi in un periodo in cui da tempo si gridava al mondo intero l’esigenza
di risparmiare sui consumi poiché l’incombente minaccia di ritrovarci con i
giacimenti di petrolio a secco cominciava a serpeggiare nell’animo del sentire
comune, in un’epoca che tutto ingoia e tutto dimentica, ma che soprattutto ha
imparato ad evolversi in maniera repentina, i Suv nuovi rinascono persino nelle
grazie anche dei loro peggiori detrattori e proprio dalle ceneri di quelle
polemiche nate proprio dal consumo eccessivo di carburante che faceva storcere
il muso ai cittadini.
Ma cosa ci ha fatto cambiare idea, l’inversione di tendenza nei riguardi della moda che immancabilmente dobbiamo ammettere colpisce anche il settore automotive, oppure proprio la consapevolezza che la moderna Società non può più trascurare nell’utilizzo di tutti quei beni che si è data, il problema ambientale, sia che lo si veda da un punto di vista dell’ecologia, sia che lo si guardi nell’altro aspetto rappresentato dal risparmio energetico?
La risposta non può che essere che una. Oggi il concetto di auto
moderna e, dunque, di Suv nuovo non può prescindere più dall’osservanza di quei
limiti imposti dalle leggi ma anche dal sentire comune, che concernono il rispetto
dell’ambiente in ogni sua forma e, per quanto paradossale possa sembrare,
proprio i più moderni Suv, sembrano meglio di altre vetture, detenere in sé quelle
doti che ben si conciliano con quel rispetto da tutti auspicato verso il
pianeta che abitiamo.
Ma c’è un altro aspetto che sta facendo la fortuna delle moderne
vetture, il numero di posti a disposizione che oggi questi mezzi, nella quasi
totalità dei casi, riescono a garantire. Dagli iniziali cinque posti omologati
a disposizione della clientela, si è passati ai sette posti, sfruttabili soprattutto
quando l’esigenza del vano bagagli è trascurabile.
Restava tuttavia un punto che non era possibile trascurare e che torna
oggi prepotentemente in auge proprio in quel clima recessivo che ha investito l’Occidente,
Europa in particolare. Era infatti del tutto scontato che una crisi economica
di cui si hanno pochi precedenti nella storia, a meno di non portare indietro
le lancette del tempo di quasi un secolo, ha innescato processi speculativi nei
diversi Stati dell’Unione Europea che hanno avuto come riverbero primario
proprio i combustibili fossili, benzina e gasolio, in primis, determinando soprattutto
in Italia, una folle e inarrestabile ascesa del prezzo dei carburanti gravati
da accise che han portato il costo alle stelle. In queste situazioni nessuna
industria automobilistica moderna è più in grado di ridurre i costi di gestione
di un’auto alimentata con i tradizionali carburanti per la semplice ragione che
sono proprio quest’ultimi ad aver assunto un prezzo tale da vanificare ogni
sforzo dei fabbricanti nel realizzare vetture a bassi consumi. Si tratta di
vedere dunque cosa oggi si possa ancora fare per non privare l’uomo moderno
delle auto senza che però diventino inservibili proprio per l’aumento dei costi
dei carburanti.
La risposta della moderna tecnologia non si è fatta attendere ed è
passata in parte proprio da quelle auto che sovente meglio di altre assolvono
alla loro funzione nel rispetto dell’ambiente. Ci riferiamo a SUV nuovi e monovolume 7 posti più "green". Un processo questo ovviamente che ha richiesto
grande impegno da parte dei produttori ma che oggi ha raggiunto un grado di perfezione
tale da aver convinto il mercato e, chissà, sorpreso persino quelle stesse Case
automobilistiche che avevano puntato tutto sullo sviluppo di questi mezzi ma
che al contempo non pensavano nemmeno che in breve tempo si fosse riusciti a
realizzarli così sofisticati e versatili nell’utilizzo quotidiano, quale di
fatto sono. Ci riferiamo alle auto ibride soprattutto che, proprio per la loro
caratteristica di utilizzare la doppia propulsione costituita dall’utilizzo di
un motore termico di tipo tradizionale, accoppiato con uno elettrico che
solitamente agisce su due sole ruote, consente l’utilizzo dell’elettricità alle
basse velocità, come avviene in città, risparmiando sui carburanti e che al
contempo consente di utilizzare quell’energia altrimenti inutilmente dissipata,
l’energia frenante, che viene re immagazzinata per poi essere ancora una volta
sfruttata quando serve.
La lungimiranza di quei Governi che vedono in tutto ciò un mezzo
importante che affranchi la Società in parte dal ricorso di quei combustibili
fossili, ha fatto il resto decretando il successo di questi moderni mezzi,
laddove, ad esempio, si è puntato alla detassazione e all’incentivazione all’acquisto
di queste vetture, anche solo per il fatto che queste sono capaci di ridurre la
quota di CO2 immessa nell’aria. Una delle Nazioni europee che ci risulta più
sensibile al problema è l’Inghilterra, dove la maggior parte delle nuove auto ibride sono
meno tassate rispetto alle vetture della stessa categoria che in aggiunta
ricevono lo sconto totale della congestion charge (l'equivalente del nostro
Ecopass o AreaC). Sempre in Inghilterra, vi sono anche ulteriori riduzioni
delle imposte per i veicoli ecologici che vengono utilizzati come auto
aziendali e una gamma di offerte sulle nuove auto ecologiche nelle
concessionarie.
Restava da capire, alla luce di tutto quanto è avvenuto con queste
vetture, come mai il mercato è risultato particolarmente sensibile verso auto
spesso utilizzate anche nei centri urbani ma che si dotano di un numero di
posti così elevato rispetto al concetto che abbiamo sempre avuto di city car a
due/quattro posti massimo. La risposta a questo interrogativo nasce dalle
stesse esigenze di tutela ambientale che hanno avuto il sopravvento nella
coscienza della gente. Oggi la tendenza è quella di far viaggiare meno auto ma
con il maggior numero di occupanti ammessi al loro interno. Lo dimostra un
recente studio che ha visto nel car pooling, ovvero, il sistema di trasporto
collettivo con l’utilizzo di auto condivise in città, un successo inaspettato
proprio in periodi di crisi economica. Dunque, laddove si sia riusciti a
realizzare Suv nuovi o monovolume 7 posti, a basso impatto ambientale e offerti
a prezzi concorrenziali proprio per l’intervento di quegli incentivi statali
incisivi come si è visto è accaduto in Inghilterra, il successo non poteva di
certo tardare ad arrivare… e così è stato e sarà!
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